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DIGITALE TERRESTRE
Comincia dal Piemonte la Terza guerra mediale
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Comincia dal Piemonte la Terza guerra mediale
Interessante articolo di Paolo Martini pubblicato dal quotidiano "La Stampa" di Torino.
Fonte
PAOLO MARTINI
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PAOLO MARTINI
La nuova Terza guerra mediale italiana non sarà una boutade, come invece suggerirebbe la scelta di una data così singolare per l’inizio delle ostilità, il 1° aprile, giorno dell’invasione di Sky nella Normandia generalista, ovvero dello sbarco diFiorello, alla tivù satellitare. Due mesi di show da non perdere come quelli annunciati da Fiorello & Co. portano all’appuntamento chiave di giugno, che potremmo chiamare la guerra del Piemonte. L’orizzonte dello scontro tra Sky e le reti del duopolio, Raiset o MediaRai che dir si voglia, è infatti quello del «passaggio di sistema», dall’attuale analogico al cosiddetto digitale terrestre. All’inizio dell’estate si combatterà casa per casa, a partire da Torino, visto l’esito dell’esperimento in Sardegna: nella prima regione d’Italia dove sono stati riconvertiti tutti i televisori, lo share di Sky è cresciuto mediamente del 3%. Un risultato del genere, se proiettato in una regione come il Piemonte, tra le più importanti per la pubblicità, sarebbe esplosivo. Perciò in questi giorni a Mediaset si stanno impegnando grandi energie per preparare la campagna subalpina. Ma questo è solo il primo fatto da tener presente.
Il secondo e più clamoroso piano di guerra mediale, che passa addirittura per Bruxelles, è stato finora oscurato dalla spettacolarità del caso Fiorello ed è poco intellegibile per i non addetti ai lavori. Pende all’Antitrust europeo un esposto di Sky che chiede di rivedere alcuni condizioni limitanti del via libera che ottenne, nel lontano 2003, il nuovo polo satellitare. I tre paletti storici messi a Sky riguardano la durata accorciata a due anni dei contratti d’acquisizione dei diritti dei programmi, l’obbligo di rivendere a terzi i contenuti e, soprattutto, la restrizione alla sola piattaforma satellitare. Ora, mutate le condizioni, Sky a buon diritto reclama la possibilità di uno sbarco anche sul digitale terrestre. Ed eccoci al punto chiave: approfittando della riconversione dell’Italia al nuovo sistema, gli strateghi di Murdoch pensano che ci sia spazio per la nascita di un nuovo canale generalista, mirato ai target più ghiotti per gli investitori pubblicitari. Una rete tra show più freschi dei soliti (alla Fiorello, appunto, ma domani magari pure alla Littizzetto: pensate che botto sarebbe un annuncio del genere nel pieno della guerra del Piemonte!) e fiction meno arcipop di quelle Rai e Mediaset, come Boris o Romanzo criminale. E allora altro che Sky Vivo, siamo proprio a SkyUno. Già, questo sarebbe il nome della nuova rete destinata non solo a rimpiazzare Rai e Mediaset quando se ne andranno per dispetto dai primi tasti del telecomando nero di Sky, quello satellitare: SkyUno potrebbe addirittura combattere ad armi pari sul digitale terrestre. E in prima battuta potrebbe scardinare il business della tivù giovane di Mediaset, Italia1, come se tutto fosse pronto per il nuovo slogan trabocchetto: «Skyyy???... Uno!».
Il secondo e più clamoroso piano di guerra mediale, che passa addirittura per Bruxelles, è stato finora oscurato dalla spettacolarità del caso Fiorello ed è poco intellegibile per i non addetti ai lavori. Pende all’Antitrust europeo un esposto di Sky che chiede di rivedere alcuni condizioni limitanti del via libera che ottenne, nel lontano 2003, il nuovo polo satellitare. I tre paletti storici messi a Sky riguardano la durata accorciata a due anni dei contratti d’acquisizione dei diritti dei programmi, l’obbligo di rivendere a terzi i contenuti e, soprattutto, la restrizione alla sola piattaforma satellitare. Ora, mutate le condizioni, Sky a buon diritto reclama la possibilità di uno sbarco anche sul digitale terrestre. Ed eccoci al punto chiave: approfittando della riconversione dell’Italia al nuovo sistema, gli strateghi di Murdoch pensano che ci sia spazio per la nascita di un nuovo canale generalista, mirato ai target più ghiotti per gli investitori pubblicitari. Una rete tra show più freschi dei soliti (alla Fiorello, appunto, ma domani magari pure alla Littizzetto: pensate che botto sarebbe un annuncio del genere nel pieno della guerra del Piemonte!) e fiction meno arcipop di quelle Rai e Mediaset, come Boris o Romanzo criminale. E allora altro che Sky Vivo, siamo proprio a SkyUno. Già, questo sarebbe il nome della nuova rete destinata non solo a rimpiazzare Rai e Mediaset quando se ne andranno per dispetto dai primi tasti del telecomando nero di Sky, quello satellitare: SkyUno potrebbe addirittura combattere ad armi pari sul digitale terrestre. E in prima battuta potrebbe scardinare il business della tivù giovane di Mediaset, Italia1, come se tutto fosse pronto per il nuovo slogan trabocchetto: «Skyyy???... Uno!».
Armanduk- Admin
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