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RaiSat, TivùSat, Sky: la partita digitale da oggi si gioca anche sul satellite

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Messaggio  Armanduk Ven Lug 31, 2009 9:49 am

Fonte: Digital-Sat (original)

31 Luglio 2009, una data che non verrà tanto ricordata come il sesto compleanno di Sky ma quanto per un altro importante riassetto della televisione digitale in Italia: con l'uscita di RaiSat dalla pay-tv satellitare e la contemporanea nascita di TivùSat si apre infatti un nuovo capitolo della storia della tv nel nostro paese.

Una storia che in questi giorni è più che mai in movimento, accerchiata tra trattative più o meno serrate, cifre iperboliche da negoziare e una nuova piattaforma da lanciare. Questo in estrema sintesi è stato lo scenario in cui si è trovato ad operare il direttore generale Rai, Mauro Masi, senza però ottenere alcunché da un negoziato che è parso sin dall'inizio destinato a finire con un nulla di fatto.

Molte le coincidenze, come quella che vede la somma di arrivi e partenze in un unico giorno, e troppe le pressioni interne ed esterne al Cda, tanto da generare non poche perplessità nella Commissione Parlamentare di Vigilanza anche nell'ultima riunione di oggi in cui è stato annunciato il definitivo divorzio.

Una separazione importante, quella tra la Rai (per la verità RaiSat) e Sky che risale ancor prima ai tempi di Tele+, dove la tv di stato fu anche azionista di minoranza, e ai suoi 6 canali presenti a partire dal 1999 nel suo pacchetto basic: RaiSat Album, Show, Art, Ragazzi, Gambero Rosso, Cinema e (dal 2001) anche Fiction. Con la nascita di Sky (nel 2003) e la definitiva uscita dall'organigramma, l'ennesima riorganizzazione con la fase attuale dei 5 canali divenuti sei con lo sdoppiamento di Ragazzi in Yoyo e Smash (poi Girls).

Una situazione che da oggi cambierà notevolmente rendendo disponibili gratuitamente 4 canali sul DTT (partendo dalla già digitale Sardegna) e su TivùSat, dando così motivazione di quel suffisso Sat che ne segna la storia.

E proprio il satellite sarà il terreno di scontro più forte, vista peraltro l'impossibilità di Sky di "scendere" in ambito terrestre fino al 2011, con un nuovo operatore che proprio oggi segna il suo battesimo: TivùSat è stata desiderata da molti in questi anni che richiedevano a gran voce un sistema realmente nazionale per vedere la tv digitale, senza pericoli di mancata visione derivanti dalla nostra particolare orografia.

C'era chi aveva mosso interrogazioni parlamentari per chiedere alla Rai di imitare la tv svizzera e dotare ogni "abbonato" di una smart card satellitare con cui poter vedere i programmi della tv nazionale in ogni parte d'Europa. Ora arriva TivùSat che non coinvolge solo la Rai, ma anche Mediaset, TI Media e tutte le tv già attive sul DTT e quelle che lo saranno in futuro. Un sistema aperto, come si sente spesso dire, che si incarica di fornire "chiavi in mano" gli strumenti per la massima diffusione del segnale.

Ma è davvero tutto così rose e fiori? Innanzitutto c'è il problema del nuovo decoder, questione che verrà risolta (in parte) solo col nuovo anno e la messa in commercio delle CAM Nagravision che renderanno compatibili i decoder C.I. Ma per gli Skybox che fare? Niente. Si può solo "auspicare" che Sky renda un giorno disponibili le chiavi NDS, come ha detto ieri in Vigilanza il vice-dg Leone. Rimane solo un auspicio, inverosimile peraltro visto il riserbo che Sky pone quando si parla di sistema di codifiche.

E visto che siamo in tema, c'è la possibilità - per ora meramente tecnica - che TivùSat possa diventare (almeno in parte) una pay-tv ospitando i canali a pagamento di Mediaset. Ipotesi che ad oggi tutti smentiscono ma che un domani, a "paletti caduti" per Sky, potrebbero trovare attuazione ridando vigore ad un concorrenza pay che sarebbe giocata su due fronti.

Per il momento però Sky è solo in "cielo" e lì continua a dominare la scena: nella settimana appena trascorsa la conferenza stampa sul cinema e l'annuncio dello spostamento di Cult unitamente alla partenza del nuovo Sky Cinema Italia, mentre mercoledì sera l'annuncio con una nota firmata dall'ad Mockridge della partenza (complessiva) di dieci nuovi canali che rimpiazzano i cinque uscenti di RaiSat.

Una scelta quantitativamente rilevante che da Santa Giulia, sede di Sky, assicurano essere anche qualitativamente alta. Non solo nei contenuti, ma anche e soprattutto con la tecnologia dell'Alta Definizione che, primi in Italia sul digitale, hanno sperimentato con successo e portato regolarmente nelle case dei loro abbonati la sensazione di vivere la televisione in un modo nuovo.

Non tutti però dispongono ancora dell'attrezzatura adeguata per la visione dei contenuti HD e così Sky non dimentica i canali SD (Standard Definition) e li rinnova aumentando la possibilità di scelta e aprendo le porte anche a nuovi editori. Ecco la lista completa con i nuovi canali e la loro posizione sul decoder (divisi per pacchetto):

* FOX RETRO (canale 121)
* LADY CHANNEL (canale 122)
* COMEDY CENTRAL + 1 (canale 131)
*

SKY CINEMA ITALIA (canale 314)

* GAMBERO ROSSO CHANNEL (canale 410)
*

NICK JUNIOR (canale 602)
* NICKELODEON +1 (canale 605)
* BABY TV (canale 620)
* PLAYHOUSE +1 (canale 611, mentre Playhouse Disney passa al 610)
*

ONDA LATINA (canale 715)

L'intrattenimento vivrà nel passato con "Fox Retro", «l'unico canale che raccoglie per la prima volta insieme le migliori serie Tv dagli anni '70 agli anni '90» con la qualità del marchio Fox. Lo stesso che sta dietro "Baby Tv", ultima nata tra i canali pre-scolari che sostanzialmente sostituisce quel che era Raisat Yoyo, pur non mancando di scatenare le solite polemiche quando si parla di tv e bambini.

Entra a far parte di Sky anche "Lady Channel", canale dedicato interamente al mondo delle telenovelas e prodotto da Telecittà Studios. Così come novità assoluta sarà "Onda Latina", spin-off dell'omonimo canale audio di Music On Sky: anche questo infatti sarà prodotto da Elemedia (che già "firma" Deejay Tv) e tratterà esclusivamente di musica latino-americana.

Altra novità di rilievo è Nick Junior, ancora un canale prescolare «fresco, moderno, vivace e ricco di stimoli che si rivolge ai bambini dai 3 ai 6 anni e ai loro genitori», con l’obiettivo dichiarato «di incoraggiare la naturale curiosità dei bambini e di invitarli a imparare giocando». Prodotto da Mtv/Viacom è un derivato di Nickelodeon, che sempre da oggi dispone della versione +1.

Oltre a questo, altri due timeshift saranno introdotti tra oggi e domani: Playhouse Disney +1 (che causa il conseguente spostamento di una posizione del canale madre) e Comedy Central +1. Dulcis in fundo Sky Cinema Italia, di cui abbiamo già parlato diffusamente, e Gambero Rosso Channel che, conclusa la partnership con RaiSat, ha deciso di continuare autonomamente accordandosi direttamente con Sky e annunciando una «programmazione nuova e ancora più ricca».

E non va dimenticato nemmeno l'arrivo del David Letterman Show su Sky Uno, a partire dall'11 agosto prossimo ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 23, contenuto pregiato "strappato" a RaiSat Extra di cui era il Fiore all'occhiello... Notate qualche assonanza? Magari con quel Fiorello che poco più di due anni fa debuttava su Sky proprio sulle frequenze di RaiSat Extra e la trasposizione televisiva di "Viva Radiodue" che gli valse pure uno Sky Award.

E c'è chi dice che proprio dal quel palco sia cominciato il corteggiamento del management Sky allo showman siciliano, terminata poi lo scorso Aprile con il nuovo "Show" dove, altro segno del destino, parodiava David Letterman sin dalla prima puntata. Lo stesso Letterman cui prossimamente sarà proprio lui a dare la linea.

Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"



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Armanduk
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Messaggio  Armanduk Ven Lug 31, 2009 9:50 am

Cda Rai, le reazioni dei consiglieri alla fine del contratto con Sky

Fonte: ASCA / AGI

«La trattativa con Sky non si è chiusa, perché in realtà non è mai stata aperta». Lo sottolinea il consigliere di amministrazione della Rai, Giorgio Van Straten, in una nota.

«Il direttore generale, Mauro Masi - spiega Van Straten - , non ha infatti mai ritenuto di avanzare, forse nel timore che venisse accolta, una controfferta Rai in risposta all'offerta di Sky, che prevedesse un pagamento anche per i canali generalisti e per quelli del digitale terrestre. In Consiglio di Amministrazione, insieme al collega Rizzo Nervo, ho più volte richiesto un'informazione approfondita sullo stato della trattativa e sollecitato il direttore generale a verificare fino in fondo la possibilita' di un accordo commerciale. Purtroppo inutilmente».

«Il risultato finale - dice il consigliere - sembra un paradosso: il contratto per i canali RaiSat è saltato e con esso il compenso di 50 milioni di euro che Rai riceveva, e Rai 1, Rai 2 e Rai 3, il vero punto del contendere, continueranno, almeno per ora, a essere pressoché integralmente visibili su Sky, con l'eccezione dei prodotti, soprattutto sportivi, su cui Rai non ha diritti internazionali. Il danno che Rai ne ricava è del tutto evidente. Così come sono fin da ora prevedibili le polemiche cui assisteremo quando la partita della nazionale con la Georgia a settembre risulterà oscurata per gli spettatori di Sky».

Il consigliere Nino Rizzo Nervo aggiunge: «sono stato sempre convinto, ed oggi lo sono ancora di più, che il mancato accordo con Sky è per la Rai un danno enorme la cui responsabilità ricade pienamente su chi ha condotto la trattativa. Non si risponde in maniera generica ad un’offerta dopo un silenzio durato 55 giorni, e non si imposta una trattativa (ma dubito che si possa parlare di una vera trattativa) sulla base di una controversa e non chiarita interpretazione dell’art.26 del Contratto di servizio sulla cosiddetta neutralità tecnologica e su una previsione di sviluppo della piattaforma pay satellitare e del mercato televisivo poco attendibile».

Per Rizzo Nervo, quindi, «il risultato è stato un capolavoro di imprudenza: la Rai ha rinunciato alla possibilità di cospicui ricavi solo se avesse trattato al meglio i canali forniti da Raisat e sarà con ogni probabilità costretta a restare sulla piattaforma gratis con le sue reti di maggiore appeal, le generaliste. Nel frattempo si sono create le condizioni, peraltro facilmente prevedibili, per la crisi di una consociata che perde con Sky il suo principale ed unico cliente esterno al gruppo. Né è pensabile che a Raisat possano essere affidati i nuovi canali del servizio pubblico per il digitale terrestre la cui titolarità, responsabilità editoriale e realizzazione non possono che essere, a termini di legge, della Concessionaria, così come avviene per Rai1, Rai2, Rai3, Rainews24, Raisport, Raistoria ecc.».

In definitiva, «una brutta storia, caratterizzata anche da pesanti invasioni di campo, che ha determinato per la Rai un danno economico così rilevante che, come è facile prevedere, sarà oggetto di approfondimenti da parte dell’azionista e della Corte dei Conti: erano infatti in gioco interessi aziendali di grande importanza sia per la rilevanza strategica del tema (presenza dell’offerta del servizio pubblico sulla piattaforma pay che conta milioni di famiglie abbonate che pagano anche il canone) sia per gli immediati effetti economici negativi in un momento critico per i bilanci del gruppo».

Armanduk
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