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Rai - Sky, oggi la decisione? Ecco intanto le ipotesi dei giornali

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Rai - Sky, oggi la decisione? Ecco intanto le ipotesi dei giornali Empty Rai - Sky, oggi la decisione? Ecco intanto le ipotesi dei giornali

Messaggio  Armanduk Mer Lug 15, 2009 4:28 pm

Da www.digital-sat.it

Fonte: Italia Oggi / Messaggero

Due diverse prospettive ipotizzate rispettivamente da Italia Oggi e il Messaggero a proposito dell'incontro «concreto» tra il dg Rai Masi e l'ad Sky Mockridge circa la ormai celebre trattativa che coinvolge i due gruppi. Oggi è previsto il Cda a Viale Mazzini di cui vi daremo conto non appena avremo notizie.

La trattativa sul nuovo contratto dei canali di RaiSat sembra proprio destinata a fallire. La tv di Murdoch e viale Mazzini difficilmente troveranno un accordo, né economico né sulla durata del contratto. Anzi, le parti sembrano talmente lontane che diventa un'utopia credere clie si possa tagliare il traguardo. Tutti gli indizi portano a pensare al divorzio.

Del resto Sky sta già potenziando il suo palinsesto. Da Letterman al Gambero Rosso, da Fiorello al RiSkytutto di Mike Bongiorno, dalia Cuccarini a Panariello, per finire agli altri big che verranno contattati da qui a qualche mese.

Con il fallimento della trattativa su Raisat, da decidere resta la questione dei canali generahsti sulla piattaforma satellitare di Murdoch. Ci resteranno? E a die prezzo? Questa è la fase B della trattativa. A viale Mazzini sanno bene che partire il 1° agosto con la nuova piattaforma satellitare non è impresa né facile né conveniente. I decoder hanno ancora un prezzo di mercato alto e la loro disponibilità è limitata. Quindi meglio proseguire, almeno per un altro periodo di tempo, sulla piattaforma di Sky, non perdere i punti di share e aspettare una più larga diffusione del digitale.

Entrambe le parti alla fine converranno che serve a tutti e due trovare un accordo. Avere i canali Rai sul telecomando piace molto anche a Murdoch. Per andare a dama però occorre stabilire il giusto prezzo. Ci riusciranno i nostri eroi?

Marco Castoro
per "Italia Oggi"

***

Rai e Sky verso un compromesso. L'abbandono della piattaforma satellitare da parte dei canali della tv pubblica potrebbe diventare un lungo addio. Se Sky infatti non intende rinunciare ai canali Rai, anzi li vuole tutti in esclusiva e ha chiesto nell'incontro di lunedì il costo, viale Mazzini fatica a rinunciare alle poste di bilancio che l'«affitto» a Sky le consente di coprire.

Ed ecco allora che, tranquillizzati dal fatto che Sky non sta più disturbando l'avanzata del digitale terrestre (in Sardegna nei primi due mesi molti avevano scelto il decoder satellitare invece di quello terrestre) i vertici della tv pubblica potrebbero decidere di rifiutare sì un rinnovo per sette anni della loro presenza sulla piattaforma satellitare, ma concordare invece di restare altri tre anni, fino a quel 2012 che segnerà il passaggio di tutta Italia al digitale terrestre.

Oggi il Cda ascolta la relazione del direttore generale Mauro Masi, sull'incontro avvenuto lunedì a Milano con gli uomini di Sky. I manager di Rupert Murdoch chiedono che la Rai faccia un prezzo per mantenere tutti i suoi canali, compresa la Rai4 di Carlo Freccero, sul satellite. Vogliono anche l'esclusiva e questo impedirebbe il decollo della piattaforma Tivù, che Rai, Mediaset e Telecom stanno per lanciare sul satellite al momento solo per servire le zone non coperte dal digitale terrestre.

Difficile che Rai possa accettare quest'ultima condizione, ma restare sulla piattaforma almeno per un poco consentirebbe a viale Mazzini di incassare parecchio denaro (l'offerta Sky per i soli canali Rai. Sat è di oltre 50 milioni di euro l'anno) utile nell'immediato vista la crisi del settore pubblicitario. Oggi la riunone del Cda che comincia anche ad analizzare la delicata partita delle nomine alla seconda e alla terza rete, dove divergenze tra Lega e Pdl rendono difficile ogni soluzione. Dovrebbero invece avere finalmente deleghe operative i quattro vice da scelti da Masi.

Alberto Guarnieri
per "Il Messaggero"

***

In entrambe le ipotesi la Rai rischia parecchio. Nel primo caso, molti di coloro che hanno sottoscritto la'bbonamento a Sky, poichè era l'unico modo di fruire dei canali Rai, dubito fortemente siano inclini a mettersi un altro decoder sotto al televisore per aderire a Tivù sat, con conseguente moltiplicazioni di telecomandi e complicazioni varie, specie per il pubblico meno evoluto tecnologicamente. Queste persone, con ogni probabilità, seguiteranno a guardare la tv, ma con sicuramente maggiore attenzione ai canali Sky, e conseguente "crollo" di share per la Rai.

Nel secondo caso si tratterebbe di un clamoroso autogol, dopo aver tanto strombazzato la piattaforma Tivù Sat per raggiungere gli utenti non serviti dalla DTT.

Certo che sono proprio specialisti per andarsi a cacciare in certi imbuti, proprio nel momento della difficile transizione al DTT e la ricanalizzazione di Raiuno.

La scorsa domenica ero in un ristorante di un paesino di montagna. Si approssimavano le 14 e volevo vedere la partenza della formula 1 in onda su Raiuno. Come da programma, il canale era stato ricanalizzato da poco, ma il titolare del ristorante, molto più incline a sfornare manicaretti che a comprare decode su decoder, aveva solo un vecchio tv analogico di cui aveva smarrito il telecomando, e con le funzioni limitate presenti sul televisore è stato impossibile (anche per me) risintonizzargli Raiuno.

Risposta: "tanto che m'importa della tv... giusto per qualche cliente che chiede di vedere il telegiornale mentre pranza...".
Ma questo è stato impossibile. Sono d'accordo che si tratti di un caso limite, ma vi segnalo che in quella zona la Rai... non era presente sul digitale terrestre, ma solo in analogico, e quasi tutti gli abitanti e i locali sono abbonati Sky...

Se magari i decoder con le tessere di Tivù si fossero trovati in giro e a basso prezzo da sei mesi almeno a questa parte, la prima ipotesi si sarebbe potuta gestire in maniera più indolore, ma, si sa, a molti piace fare le cose all'ultimo momento, sperando strategicamente di ottenere di più. Ma c'è anche il rischio di farsi molto male, anzi, di farlo all'azienda di Stato. Pure Cimoli fu premiato con una buonuscita milionaria per aver fatto fallire le Ferrovie dello Stato...

Penso che nel prossimo biennio ci sarà sempre più spazio per Sky e Mediaset, con tutti i nuovi televisori e l'HD.

Ah, su Tivù Sat potevano mettere anche Rai Sat HD, figurati se Sky l'accetterà nei propri bouquet.... uccideranno l'alta definizione Rai prima che riescano a partire (vedi altro mio thread nella sezione HD).

Armanduk.


Ultima modifica di Armanduk il Ven Lug 17, 2009 3:48 pm - modificato 1 volta.

Armanduk
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Rai - Sky, oggi la decisione? Ecco intanto le ipotesi dei giornali Empty Un futuro senza certezze per Raisat senza Sky

Messaggio  Armanduk Ven Lug 17, 2009 3:46 pm

Perché Raisat avrebbe scelto di scendere dalla piattaforma di Sky e trasferire – forse – i suoi sei canali tematici sul Digitale terrestre? Le voci di corridoio, le interviste a labbra frenate e i rumors sul web non lasciano spazio a colpi di scena finali. Dal 30 giugno per Raisat Extra, Premium, Cinema, Gambero, Smash e Yoyo è arrivato il trasloco per andare in vacanza. Quando torneranno, se torneranno, non si sa ancora di preciso. Il “dove” è un mistero, perché non sempre quello che si butta dalla finestra del satellite ritorna dalla porta del Digitale terrestre.

Un “gioiellino” molto invidiato
L’esperienza Raisat è nata nel 1999 con molte interessanti novità. Per la prima volta alla Tv di Stato si affiancava, in un progetto commerciale, del capitale privato: la Rcs. Paolo Mieli, due volte direttore del quotidiano Corriere della Sera, aveva definito l’asse televisivo “un gioiellino”. L’accordo strategico con l’allora pay-tv satellitare Tele+, guidata dai francesi di Canal+, era stato messo in piedi in soli sei mesi. Raisat, nata per cessione di ramo d’azienda, guadagnava circa 60 miliardi di lire e ne faceva tornare in viale Mazzini almeno 40 tra utile, acquisto di prodotti e servizi e assorbimento di personale ex-Rai. Tutti felici e contenti, spettatori compresi.

L’esperienza voluta dal direttore generale Pierluigi Celli superava lo stile burocratizzato e lottizzato della “solita” Rai e tantomeno dipendeva da Tele+. Il risultato era sotto gli occhi di tutti e a portata di telecomando: canali tematici, contenuti di qualità e un pubblico di élite come target di riferimento. Erano gli albori della Tv via satellite. Gli abbonati erano un po’ più di un milione. Un pubblico disposto a spendere oltre un milione delle vecchie lire per vedere la Tv di qualità. Un canale per bambini, uno dedicato al cinema di nicchia, un altro all’arte, uno d’intrattenimento “alto”, l’ormai mitico Gambero Rosso sulla gastronomia e uno sul repertorio Rai.

Consensi e critiche bizantine
La nascita di Raisat non è stata, però solo rose, c’erano anche le spine. Non tutti hanno gradito gli appalti esterni a strutture specializzate (in primis l’editore Gambero Rosso) come anche la troppa “libertà” di gestione economica e strategica dello spin-off satellitare della Tv pubblica. Critiche e bastoni tra le ruote. Nonostante i fiori all’occhiello della proposta Raisat fossero diventati dei must per i telespettatori del satellite. Gli chef del canale dedicato al cibo e al vino hanno iniziato a diventare volti conosciuti e Dave Letterman, con il suo show da New York, era un appuntamento irrinunciabile. Il talk show più caustico e famoso d’America era a portata di telecomando e sottotitolato in tempo (quasi) reale.

Poi sono arrivate le ispezioni, le indagini sugli ascolti e tutto il contorno di azioni per limitare l’indipendenza del giocattolo che piace a critica e pubblico e mette in imbarazzo i piani alti della Rai. La riconquista di Raisat da parte di viale Mazzini fu realizzata per gradi, ma in modo inarrestabile: prima con la nomina di Carlo Sartori come amministratore delegato e poi con la separazione e contrapposizione delle responsabilità culturali da quelle gestionali. Con il passaggio della proprietà della piattaforma satellitare da Tele+ a Sky è arrivato anche il “colpo di mano” con la chiusura dei canali culturali e la fusione di quelli dedicati a cinema e fiction in un’unica rete. Sono anche arrivate le lottizzazioni e i conflitti dirigenziali.

L’azienda è così giunta al traguardo dei dieci anni con l’incerta caratterizzazione culturale e strategica dei suoi canali. Il momento non è dei migliori: i nuovi media digitali impongono di fare scelte precise di business e non solo assegnazioni di poltrone. La scadenza del contratto con Sky è il classico bivio: quale strada prendere? Ci sarebbero tre soluzioni. Vediamole.

Dirigenza Rai al trivio: che fare?
Il direttore generale Mauro Masi e il presidente Paolo Garimberti dovranno pesare attentamente l’offerta di rinnovo di Rupert Murdoch. Il precedente accordo valeva 60 milioni di euro l’anno e ne generava anche otto di pubblicità (fonte: Il Sole 24 Ore) a fronte di 45 milioni di costi della struttura. La prima strada possibile per i nuovi vertici della Tv di Stato potrebbe essere quello di rinnovare l’attuale contratto, chiedendo un congruo adeguamento che valorizzi magari anche Rai4, che ora va in onda solo sul Digitale terrestre con ottimi risultati.

La seconda strada è che la Rai “affitti” solo il mini-bouquet Raisat e si riprenda le tre reti generaliste per trasmetterle su Tivù Sat. Questa possibilità – già si sa – non sarà negoziata da Sky e la cosa porterebbe alla terza strada: switch-off totale di Raisat. I manager della pay-tv sostengono che RaiUno, RaiDue e RaiTre siano canali di servizio pubblico e la Rai li deve concedere gratis alle piattaforme televisive. Viale Mazzini e Mediaset hanno già disdetto lo scorso inverno, con sei mesi d’anticipo, gli standard di criptaggio NDS per poter abbandonare Sky già a partire da giugno. Masi e Garimberti dovranno decidere se perdere pubblico e introiti subito, ma recuperarli nel tempo con la nuova piattaforma TivùSat. Scelta non facile, che rischia di far morire Raisat due volte: la prima sul satellite a pagamento e la seconda su quello in chiaro, se la nuova piattaforma per sviluppare il Digitale terrestre stenterà a decollare.


Fonte: Il Sole 24 Ore

Armanduk
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